Preludio...

Tra arte e mummie...forse è vero, forse la fotografia non è arte, ma si limita a mumificare quello che la natura ha già creato, così bello e sospeso in un aura misteriosa, di colori, profumi, luci e momenti che raccogliamo dallo spazio per sottrarli al tempo! Forse, ci limitiamo a premere un pulsante e la macchina farà il resto, certo detta così sembrerebbe quasi che sia sufficiente una macchina fotografica per creare o meglio "rubare" il mondo; ma il mondo ha una luce sua, nascosta, che dobbiamo riuscire a far trapelare dal buio! Non voglio ora entrare nel merito di una questione che da troppo attanaglia la fotografia e la pittura, mi trovo però di comune accordo con Moholy-Nagy quando afferma che arte e fotografia viaggiano su binari paralleli, dobbiamo solo cercare di farli convivere!

mercoledì 20 febbraio 2008

The Green Ray

Il raggio verde è un fenomeno rarrissimo che si verifica, principalmente nelle giornate estive, quando il sole tramonta oltre alla linea dell'orizzonte. E' più probabile visualizzarlo in riva al mare o comunque nel momento in cui il sole tramonta dietro ad una superficie perfettamente orizzontale, alcune volte può trasformarsi in un vero e proprio lampo blu/indaco e divenire il raggio blu (fenomeno ancora più raro).



Questo straordinario evento appartiene alla famiglia delle fotometeore e si può manifestare con due modalità diverse.
Nel primo caso, quando il disco solare è molto schiacciato e ben visibile sopra l’orizzonte, si può formare un arco verde molto sottile che si distacca dal lembo superiore del Sole sfilacciandosi in uno o in più filamenti verdi sovrapposti (green rim). Se questo attraversa uno strato d’inversione termica, allora si accende in un vero e proprio flash verde (green flash). Nella letteratura scientifica quando il Sole subisce l’insieme di queste deformazioni, si dice che si è in presenza di un “mock mirage”.
Il secondo caso è quello più famoso: quando il Sole è quasi completamente sotto la linea dell’orizzonte, si può osservare la formazione istantanea del green rim senza la pre – formazione dell’arco verde. Successivamente le striature verdi si uniscono creando un unico raggio verde (green flash). Durante la sua estinzione si può percepire anche un tenue lampo verde provenire da sotto l’orizzonte (proprio dove è tramontato il Sole) che illumina il cielo per alcuni gradi verso l’alto, come se fosse un faro (green ray).


La durata dell’evento, dalle latitudini medie italiane, può variare da una frazione di secondo per il green ray, fino a circa 2 secondi per il green flash; ciò dipende principalmente dalla latitudine del sito d’osservazione e dalla velocità del tramonto durante l’anno.
Nella letteratura scientifica la prima osservazione descritta fu pubblicata nel 1852 da P.G. Maggi in “Sopra alcune apparenze del Sole presso l’orizzonte” (da Atti delle Adunanze dell’I.R. Istituto Veneto Scienze, Letteratura ed Arti). Dopo l’eruzione del vulcano Krakatoa nel 1833 furono osservati numerosi flash verdi e blu. In seguito, il fisici Joule nel 1869 e Lord Kelvin nel 1893 descrissero il fenomeno nei loro appunti entusiasmando la comunità scientifica ed alimentando dibattiti e studi sull’interpretazione.

giovedì 14 febbraio 2008

Special Guest: Gregory Crewdson

Dedico questo intervento ad un artista che ho scoperto da poco ma che ha subito colpito la mia attenzione, per la particolarità e la profondità delle sue immagini!

BREVE NOTA BIOGRAFICA:

Gregory Crewdson (Brooklyn, 26 settembre 1962) è un fotografo americano rinomato in tutto il mondo.

Crewdson nacque a Park Slope, un quartiere di Brooklyn.
Da ragazzo fece parte di un gruppo punk rock chiamato "The Speedies".
La loro maggiore canzone "Let Me Take Your Photo" divenne profetica per quello che Crewdson sarebbe diventato nella sua vita.

Alla metà degli anni ottanta Crewdson ha studiato fotografia al Purchase College. Poi ha frequentato la Yale School of Art, presso la Yale University, nel New Haven. ricevendo un master in belle arti. In seguito ha insegnato presso il Sarah Lawrence, il Cooper Union, il Vassar College e presso la Yale University, dove ha tenuto una cattedra fino al 1993.

LE SUE
FOTOGRAFIE:


Nell'esaminare le sue immagini, ancora prima di soffermarsi sulla composizione artistica di particolare rilievo che le caratterizza, esse ci comunicano immediatamente un senso di smarrimento, di solitudine, quasi come se una disgrazia fosse appena passata o prossima all'accadere;sembrerebbe quasi che tutti i viventi si siano rifugiati lontano dal quel piccolo segmento di mondo rimasto "intrappolato" nelle inquadrature di Crewdson, proprio per sfuggire all'imprevedibile, o che da questo siano state risucchiate.



I personaggi sono spesso colti in atteggiamenti sospesi, a metà fra un prima e un dopo, e hanno dipinte sul volto espressioni di turbamento o preoccupazione. L’atmosfera, tipicamente filmica, è surreale e a tratti onirica.L’uso della luce, quasi sempre al crepuscolo, che taglia lo spazio e l’aria aumentando la drammaticità del momento.



Il lavoro di Crewdson richiede l’intervento di dozzine fra assistenti e tecnici, addetti alle luci, al make-up e alla post-produzione.

mercoledì 6 febbraio 2008

In Bianco e Nero...

Forse un tempo, quando le foto si facevano in bianco e nero, il mondo era veramente così, insomma i colori non esistevano, non era colpa delle tecniche che l'uomo ha con il tempo inventato e che all'epoca non erano in grado di cogliere tutte le sfumature, ma semplicemente si viveva così incuranti del fatto che il sole tramontasse in un profondo mare di grigio!
Poi un giorno... un giorno, la pioggia ha lavato le strade, le case, il grigio si è sciolto e scivolando via ha lasciato dietro a sè una scia di colori che lentamente ha tinto tutto, ogni cosa a suo modo con le sue sfumature, lasciando nelle menti di chi ha visto il mondo in bianco e nero un dolce ricordo di un tempo che stà, ancora oggi, sfumando sotto un alba colorata!!

Dedicato: a chi, nel ricordo del passato, vive ricercando il futuro.